Dopo la lettura del capitolo precedente, coloro che hanno una certa pratica nell'amministrazione di basi di dati attraverso il noto DBMS open source MySQL, avranno sicuramente notato alcune affinità trà quest'ultimo e PostgreSQL.
I punti in comune sono certamente numerosi, ma lo sono anche le differenze, una tra queste è sicuramente la modalità di rappresentazione del tipo di dato, che in PostgreSQL è un pò più complessa. In ogni caso, la logica di fondo è abbastanza semplice, una volta compresa non sarà difficile sfruttarla a proprio vantaggio.
La regola fondamentale nella rappresentazione del tipo di dato in PostgreSQL è che essi vanno rappresentati in forma costante e gli unici delimitatori ammessi sono gli apici singoli.
I tipi di dato numerici vanno rappresentati in questo modo:
`numero'Per cui avremo, per esempio, `1000', nel caso di un INTEGER (oppure `-1000' se negativo); nello stesso modo avremo, per esempio `- 58.9' nel caso di un numero in virgola mobile, sia esso FLOAT o REAL.
`'stringa''Per cui avremo `'albero'' o `'}☻ôqÕ'' identificati come stringhe; la modalità non cambia al variare del tipo stringa, quindi non avremo differenze tra CHAR e VARCHAR.
`'data''Per cui avremo `'22.11.2005'' nel caso di una data (dato DATE), `'17:57:51'' nel caso di un orario (dato TIME) oppure, ` '22.11.2005 17:57:51'' nel caso di un TIMESTAMP.
`INTERVAL 'intevallo''nella cui rappresentazione manca l'apice singolo iniziale, ad esempio: `INTERVAL '- 10 HOUR''.